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L’osservazione di un’emissione pulsata di fotoni di alta energia provenienti dalla nebulosa del Granchio conferma le enormi potenzialità di LST-1 (Large Size Telescope), il primo dei quattro telescopi Cherenkov di grandi dimensioni (23 metri di diametro) che, insieme a una decina di telescopi medi (12 m di diametro), andranno a comporre la schiera di rivelatori del sito nord del Cherenkov Telescope Array (CTA), l’osservatorio terrestre di prossima generazione per l’astronomia dei raggi gamma a energie molto elevate. Al progetto collaborano per l’Italia l’INFN e l’INAF Istituto Nazionale di Astrofisica. Già pochi giorni dopo l’installazione della camera a fotomoltiplicatori, lo scorso novembre LST-1 era riuscito a osservare la sua prima sorgente gamma. E ora LST-1 ha rivelato la debole emissione gamma pulsata proveniente dalla pulsar al centro della nebulosa del Granchio. Un risultato che segna il successo della tecnologia impiegata e che è stato recentemente presentato da Rubén Lopez-Coto, ricercatore della Sezione INFN Padova e vincitore di un Marie Sklodowska-Curie grant Fellini, durante il primo meeting di collaborazione, svolto in modalità remota a causa delle restrizioni legate all’emergenza COVID-19. “L’osservazione della pulsar – ha commentato Lopez-Coto – conferma che le performance del Large Size Telescope stanno rapidamente raggiungendo gli obiettivi di progetto”.

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