L’esperimento spaziale Mini-EUSO, lanciato nell’agosto 2019 e attivato a bordo della Stazione Spaziale Internazionale dall’astronauta dell’ESA Luca Parmitano a inizio ottobre, ha raccolto i suoi primi dati. Tra essi spicca l’osservazione di vari ELVES, (Emission of Light and Very low frequency perturbations due to Electromagnetic pulse Sources), una classe di fulmini nell’alta atmosfera. Si ritiene che una scarica temporalesca a circa 20 km di altezza produca un’onda elettromagnetica che si propaga verso l’alto e raggiunge la ionosfera, a 100 km di altezza, eccitandone le molecole di azoto. L’interazione tra l’onda sferica e lo strato piano della ionosfera produce una serie di anelli che possono espandersi sino a raggiungere dimensioni di varie centinaia di chilometri. Oltre alle grandi dimensioni, l’evento è estremamente veloce e dura meno di un millisecondo, inoltre gli anelli sembrano espandersi a velocità superiori a quella della luce. Si tratta però di una velocità apparente: ciascun anello non è causalmente connesso agli altri ma solo alla scarica elettromagnetica iniziale. Non sono quindi come gli anelli che si formano gettando il sasso in uno stagno, per cui ciascun anello ne genera un altro più grande, ma i vari anelli possono generarsi quasi contemporaneamente e sembra così che si espandano a una velocità apparentemente superiore a quella della luce.