ET Einstein Telescope ed EuPRAXIA: due grandi infrastrutture di ricerca europee che promettono di essere competitive a livello mondiale, rispettivamente nella ricerca sulle onde gravitazionali e nello sviluppo di futuri acceleratori di particelle al plasma. Sono questi i due progetti internazionali di cui l’INFN Istituto Nazionale di Fisica Nucleare è capofila, e che l’Italia con il MUR Ministero dell’Università e della Ricerca ha appena candidato per la prossima Roadmap 2021 di ESFRI European Strategy Forum on Research Infrastructure, il forum strategico europeo che individua quali saranno le future grandi infrastrutture di ricerca su cui investire a livello europeo. Per ET l’Italia, con la Sardegna, è uno dei due siti candidati a ospitare la nuova infrastruttura, e vi partecipa con l’INFN, l’INAF Istituto Nazionale di Astrofisica e l’INGV Istituto Italiano di Geofisica e Vulcanologia, e le Università di Sassari e Cagliari. Per EuPRAXIA, cui il nostro Paese partecipa con l’INFN, il CNR Consiglio Nazionale delle Ricerche, le Università di Roma Sapienza e Tor Vergata, l’ENEA ed Elettra Sincrotrone Trieste, è stato già deciso dalla comunità scientifica internazionale che la sede principale sarà ai Laboratori Nazionali di Frascati dell’INFN.
“Le grandi infrastrutture di ricerca sono volano per la crescita scientifica, tecnologica ed economica”, sottolinea Antonio Zoccoli, presidente dell’INFN. “Ospitare grandi infrastrutture di ricerca – prosegue Zoccoli – significa attrarre nel proprio Paese giovani ricercatori e scienziati di altissimo livello da tutto il mondo, significa favorire lo sviluppo di un tessuto industriale dell’alta tecnologia, significa conquistare una leadership internazionale in campo scientifico”. “Poter realizzare questi ambiziosi progetti in Italia rappresenterebbe un’opportunità unica per catalizzare sul nostro territorio l’afflusso di nuove risorse, in termini sia di competenze scientifiche e tecnologiche sia economici, rafforzando l’eccellenza della ricerca italiana in questi ambiti, e favorendo l’innovazione e la competitività dell’industria nazionale sul mercato globale”, conclude il presidente dell’INFN.