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Lo strumento è parte di un voltametro di cui manca il recipiente di base; quanto rimane è costituito dalle campanelle che si inserivano in esso ed in cui si notavano le bollicine di gas.

Nelle descrizioni dei libri di Fisica dell’800 il voltametro risulta composto sempre da un recipiente di acqua acidulata in cui terminavano due elettrodi collegati ad un generatore elettrico. Le campanelle piene di acqua erano poggiate nel recipiente e poi era attivata la corrente. In tal modo tutta l’acqua veniva decomposta e si risolveva in gas idrogeno ed ossigeno. Interessante aspetto dell’esperimento risulta l’osservazione che il volume di gas ossigeno che si sviluppa al polo positivo è la metà di quello del gas idrogeno che si sviluppa al polo negativo, consentendo, cioè, di determinare un’analisi quantitativa e qualitativa dell’acqua

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