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L’apparecchio è costituito da una serie (da due a sei o più) di biglie uguali, di avorio o di acciaio, sospese in modo che i baricentri si trovino tutti su una linea orizzontale. Si allontana una delle biglie estreme dalla posizione di equilibrio, mantenendo il filo teso, e la si lascia ricadere. Nel caso che le biglie siano solo due si vede che nell’urto che si produce la biglia che cade si ferma istantaneamente comunicando la sua velocità a quella inizialmente ferma, che sale ad un’altezza praticamente uguale a quella da dove è partita la prima biglia, che a sua volta, dopo il secondo urto torna a sollevarsi. Il processo si ripete smorzandosi lentamente a causa degli attriti.

Nel caso di tre o più biglie il processo si ripete coinvolgendo solo le biglie estreme, mentre le altre restano ferme, trasmettendo però, ciascuna alla successiva, la quantità di moto ricevuta. Infatti tra l’urto causato dalla biglia che cade e il sollevarsi di quella all’estremità opposta intercorre un tempo tanto più lungo quanto maggiore è il numero di biglie interposte. Con biglie di massa diversa si può generalizzare lo studio del fenomeno.

L’esemplare illustrato è stato trovato mancante delle biglie.

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